In questo articolo parliamo di…
- La carenza di vitamina E, sebbene non comune nella popolazione generale che segue una dieta varia ed equilibrata, può manifestarsi insidiosamente, soprattutto in presenza di condizioni mediche che compromettono l’assorbimento dei grassi. Riconoscere precocemente i segnali è fondamentale, poiché questa vitamina liposolubile svolge un ruolo molto importante come antiossidante, proteggendo le cellule del nostro corpo dai danni ossidativi. Un deficit protratto può portare a conseguenze neurologiche, muscolari e immunitarie significative, impattando la qualità della vita.
- I sintomi associati a una carenza di vitamina E possono variare da lievi a gravi e spesso si sviluppano gradualmente, rendendo talvolta difficile una diagnosi immediata. Segnali come debolezza muscolare, difficoltà di coordinazione o una maggiore suscettibilità alle infezioni non dovrebbero mai essere ignorati, poiché potrebbero indicare un apporto o un assorbimento insufficiente di questo nutriente essenziale.
- Affrontare una possibile carenza di vitamina E richiede un approccio informato e, quasi sempre, la consulenza di un professionista sanitario. L’autodiagnosi e l’integrazione indiscriminata possono non solo essere inefficaci, ma anche comportare rischi, dato che un eccesso di vitamina E può avere effetti collaterali.
Disturbi neurologici, debolezza muscolare e aumento della suscettibilità alle infezioni sono tra i sintomi che più spesso caratterizzano una condizione carenziale non diagnosticata per tempo
La vitamina E rappresenta un nutriente fondamentale per il benessere del nostro organismo, un vero e proprio scudo protettivo per le nostre cellule.
Ma cosa succede quando questo scudo viene meno?
Prima di addentrarci nei sintomi specifici di una sua carenza, è importante capire meglio la natura e il ruolo di questa vitamina. Spesso, quando si parla di carenza, si tende a pensare immediatamente a diete squilibrate, ma le cause possono essere più complesse, specialmente per una vitamina liposolubile come la E.
Esplorare la sua funzione ci aiuterà a comprendere perché i suoi sintomi da carenza possono essere così vari e impattare diversi sistemi del corpo, introducendo così la discussione su cosa sia esattamente la vitamina E.
Leggi anche: A cosa serve la vitamina E e come aiuta il nostro organismo
Cos’è la vitamina E e perché è così importante per il nostro organismo?
La vitamina E è composta in realtà da un gruppo di otto composti liposolubili, suddivisi in tocoferoli e tocotrienoli. Tra questi, l’α-tocoferolo è considerato la forma biologicamente più attiva e, per questo, spesso utilizzato come sinonimo di vitamina E.
Essendo liposolubile, il suo assorbimento avviene insieme ai grassi alimentari e viene immagazzinata principalmente nel fegato e nel tessuto adiposo, da cui l’organismo la rilascia secondo necessità .
La sua funzione primaria e più celebrata è quella antiossidante: la vitamina E è in grado di proteggere le membrane cellulari, ricche di acidi grassi polinsaturi, dall’attacco dei radicali liberi, molecole instabili che possono danneggiare le cellule e contribuire all’invecchiamento precoce e allo sviluppo di varie patologie.
Oltre a questo ruolo di “guardiano” cellulare, la vitamina E partecipa al rinnovamento cellulare, supporta l’attività neuronale e, in sinergia con la vitamina A, interviene nei processi che regolano la vista.
La sua importanza è tale che una sua mancanza può generare una serie di disfunzioni, i cui primi segnali si manifestano spesso a livello neurologico e muscolare.

Sintomi neurologici e muscolari causati da una carenza di vitamina E
Quando l’organismo non dispone di sufficienti quantità di vitamina E, il sistema nervoso e quello muscolare sono tra i primi a risentirne, data la funzione protettiva di questa vitamina sulle membrane cellulari dei neuroni e delle fibre muscolari.
Uno dei segnali più caratteristici è l’atassia, un disturbo della coordinazione motoria che può manifestarsi con difficoltà nel camminare, instabilità e movimenti impacciati. Parallelamente, può insorgere una neuropatia periferica, ovvero un danno ai nervi periferici che si traduce in formicolii, intorpidimento, bruciore o debolezza, specialmente alle mani e ai piedi.
Anche i riflessi tendinei possono risultare diminuiti o assenti.
A livello muscolare, la carenza di vitamina E può portare a miopatie, condizioni caratterizzate da debolezza muscolare progressiva, affaticamento e, in alcuni casi, dolore. Questi sintomi derivano dalla vulnerabilità delle cellule muscolari allo stress ossidativo in assenza di un’adeguata protezione antiossidante.
Tali manifestazioni, sebbene indicative, non sono le uniche; la carenza può infatti estendere il suo impatto anche ad altri sistemi vitali, come quello immunitario e sanguigno.

Come la carenza di vitamina E influisce sul sistema immunitario e sul sangue
Oltre ai disturbi neurologici e muscolari, una carenza di vitamina E può compromettere seriamente la capacità del corpo di difendersi. Il sistema immunitario, infatti, fa grande affidamento sull’integrità delle sue cellule per funzionare correttamente, e la vitamina E gioca un ruolo nel proteggere i linfociti e altre cellule immunitarie dal danno ossidativo.
Una sua insufficienza può tradursi in una ridotta risposta immunitaria, rendendo l’individuo più suscettibile a infezioni.
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Un altro segnale, particolarmente rilevante nei neonati prematuri ma possibile anche negli adulti con grave malassorbimento, è l’anemia emolitica. Questa condizione si verifica quando i globuli rossi, resi più fragili dalla mancanza di protezione antiossidante della vitamina E, vengono distrutti più rapidamente del normale.
La retina, essendo un tessuto ad alta attività metabolica e ricco di acidi grassi polinsaturi, è un altro potenziale bersaglio della carenza di vitamina E. Nei neonati prematuri, ciò può contribuire allo sviluppo della retinopatia del prematuro, mentre negli adulti può causare difficoltà visive legate all’indebolimento dei recettori della luce nella retina.
Questi segnali, seppur meno immediati da collegare alla vitamina E, sottolineano la sua importanza sistemica e la necessità di indagare le ragioni di un eventuale deficit, che raramente deriva solo da un’alimentazione povera.
Leggi anche: Vitamina E: dove si trova e come integrarla nella dieta quotidiana
Principali cause della carenza di vitamina E e fattori di rischio
La carenza di vitamina E è un evento piuttosto raro nella popolazione generale, poiché un’alimentazione varia ed equilibrata, ricca di oli vegetali, frutta secca, semi e verdure a foglia verde, solitamente garantisce un apporto adeguato.
Le situazioni di deficit conclamato sono più frequentemente associate a condizioni mediche che interferiscono con la digestione o l’assorbimento dei grassi, e quindi anche delle vitamine liposolubili come la E. Tra queste troviamo patologie come la fibrosi cistica, la malattia di Crohn, la celiachia, alcune malattie del fegato (come la colestasi cronica) o del pancreas, e sindromi da malassorbimento lipidico di varia natura.
Esistono anche rare condizioni genetiche, come l’atassia con deficit di vitamina E (AVED), causata da mutazioni nel gene che codifica per la proteina di trasporto dell’alfa-tocoferolo (α-TTP), essenziale per distribuire la vitamina E ai tessuti.
Data la complessità delle cause potenziali e la specificità dei sintomi, che possono sovrapporsi ad altre condizioni, è fondamentale una diagnosi accurata.
Questa si basa sull’anamnesi, sull’esame obiettivo e su esami di laboratorio, come la misurazione dei livelli sierici di α-tocoferolo. Solo un medico può confermare la carenza e stabilire il trattamento più idoneo, che può includere l’integrazione e la gestione della patologia sottostante.
Carenza di vitamina E: domande frequenti
Quali sono i sintomi neurologici associati alla carenza di vitamina E?
La carenza di vitamina E può provocare sintomi neurologici importanti, a causa del ruolo protettivo che questa vitamina svolge sulle membrane cellulari dei neuroni. Tra i principali segnali troviamo l’atassia, un disturbo della coordinazione motoria, e la neuropatia periferica, con formicolii, debolezza o bruciore alle estremità . Possono essere coinvolti anche i riflessi, che risultano ridotti o assenti. Questi sintomi tendono a comparire gradualmente, rendendo la diagnosi meno immediata. Per questo è importante prestare attenzione ai cambiamenti nel movimento e nella sensibilità .
In che modo la carenza di vitamina E influisce sul sistema immunitario?
La vitamina E è essenziale per il corretto funzionamento del sistema immunitario, in quanto protegge le cellule immunitarie dallo stress ossidativo. Una sua carenza può portare a una risposta immunitaria più debole, rendendo l’organismo più vulnerabile alle infezioni. Questo effetto è particolarmente rilevante negli anziani o nei soggetti con patologie croniche. Inoltre, la mancanza di vitamina E può interferire con la produzione e l’efficacia dei linfociti, che sono cellule chiave nella difesa contro virus e batteri. Per questo motivo, un deficit non dovrebbe essere trascurato.
Quali sono le cause principali della carenza di vitamina E?
La carenza di vitamina E è rara in chi segue una dieta equilibrata, ma può verificarsi in presenza di malattie che impediscono l’assorbimento dei grassi, come la fibrosi cistica, la celiachia o alcune patologie epatiche. Anche disturbi del pancreas o condizioni genetiche, come l’AVED, possono causarla. In tutti questi casi, l’organismo non riesce a utilizzare correttamente la vitamina E introdotta con l’alimentazione. Per identificare con precisione la causa, è fondamentale una diagnosi medica, supportata da esami di laboratorio specifici, che aiutino a definire l’origine e il trattamento più adatto.