Echinacea e controindicazioni: ci sono casi in cui è meglio evitarla?

Echinacea controindicazioni | Agocap
Tabella dei Contenuti

In questo articolo parliamo di

  • L’echinacea è celebre per il suo supporto al sistema immunitario, specialmente contro i malanni stagionali. Le sue proprietà derivano da un complesso di principi attivi come polisaccaridi e alchilamidi. Tuttavia, nonostante la sua popolarità e i benefici percepiti, non è un rimedio universale. È fondamentale conoscerne i limiti e le situazioni in cui il suo utilizzo richiede prudenza o deve essere evitato.
  • Esistono specifiche condizioni in cui l’assunzione di echinacea è sconsigliata. Persone con malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide o la sclerosi multipla, o chi assume farmaci immunosoppressori dovrebbero evitarla. La sua azione stimolante sul sistema immunitario potrebbe infatti interferire negativamente con queste condizioni o terapie, rendendo necessaria un’attenta valutazione medica prima di considerare l’uso di questa pianta.
  • Nonostante sia generalmente ben tollerata, l’echinacea può causare effetti collaterali, come disturbi gastrointestinali o reazioni allergiche, e interagire con diversi farmaci, inclusi immunosoppressori, corticosteroidi e persino paracetamolo. Questo sottolinea l’importanza di consultare un medico prima di iniziare l’assunzione, specialmente se si seguono altre terapie farmacologiche o si soffre di patologie preesistenti, per prevenire potenziali rischi.

Un’analisi approfondita sull’uso consapevole dell’echinacea

Nota pianta officinale, l’echinacea fa parte della vasta famiglia botanica delle Asteraceae, cui appartengono anche fiori comuni come le margherite. Diverse sono le specie rilevanti, ma tre in particolare hanno attirato l’attenzione per le loro virtù rinomate: Echinacea purpurea, Echinacea angustifolia ed Echinacea pallida.

L’uso fitoterapico si concentra sulle radici di tutte e tre, sebbene della purpurea si utilizzino anche le parti aeree. La sua notorietà è legata a un ricco fitocomplesso, che include flavonoidi, derivati dell’acido caffeico (acido cicorico, echinacoside), polisaccaridi, glicoproteine immunostimolanti e alchilamidi.

È questa biochimica articolata a spiegare la sua diffusa reputazione come sostegno naturale per le difese corporee.

Vediamo come nel dettaglio.

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Proprietà benefiche: oltre il supporto immunitario

Anche se questa pianta è conosciuta soprattutto per il suo effetto positivo sul sistema immunitario (l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ne riconosce l’uso consolidato per la prevenzione a breve termine e il trattamento del raffreddore negli adulti e negli adolescenti), i suoi effetti potrebbero essere ben più ampi.

Benefici echinacea | Agocap

Ad esempio, le alchilamidi, presenti in particolare nell’Echinacea angustifolia, hanno rivelato interessanti proprietà antinfiammatorie, intervenendo su enzimi cruciali nel processo flogistico come le ciclossigenasi e le lipossigenasi. Ciò suggerisce un suo possibile ruolo nel controllo di alcuni stati infiammatori.

Inoltre, studi diversi attribuiscono a questa pianta attività antivirali e antibatteriche, mentre i derivati dell’acido caffeico, come l’echinacoside, mostrano un’azione antiossidante, preziosa per contrastare lo stress ossidativo e proteggere strutture cellulari come il collagene.

Non mancano indicazioni per un uso topico, mirato a promuovere la cicatrizzazione cutanea grazie a un insieme di azioni benefiche.

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È però doveroso precisare che, malgrado questi dati incoraggianti, molte di tali applicazioni attendono conferme definitive o presentano risultati non univoci in letteratura. Questi potenziali vantaggi vanno inoltre soppesati attentamente rispetto ai possibili effetti avversi e alle interazioni, fattori determinanti per un utilizzo sicuro.

Donna piegata in avanti per il mal di pance, tra le controindicazioni dell'echinacea | Agocap

Effetti collaterali e interazioni farmacologiche da conoscere

Pur essendo l’echinacea considerata relativamente sicura per molti individui se impiegata per periodi limitati, non si può escludere la comparsa di effetti indesiderati. Tra i più frequentemente riportati vi sono disturbi a carico dell’apparato digerente, quali nausea o fastidi gastrici.

Un’altra area di attenzione riguarda il potenziale allergenico: possono verificarsi reazioni allergiche, soprattutto in persone con sensibilità nota verso altre piante della famiglia delle Asteraceae (come margherita, ambrosia, crisantemi, calendule).

Sebbene meno comuni, sono stati segnalati anche capogiri, senso di affaticamento o cefalea.

Alcune fonti segnalano un rischio teorico di epatotossicità associato a un utilizzo molto prolungato o a dosaggi particolarmente elevati.

Oltre agli effetti diretti, è essenziale considerare le interazioni con altri farmaci.

L’echinacea può infatti interferire con l’attività di medicinali immunosoppressori (ciclosporina, tacrolimus), potenzialmente vanificandone l’effetto a causa della sua azione immunostimolante. Può altresì interagire con corticosteroidi, farmaci antivirali (specifici per HIV) e, secondo alcune evidenze, accrescere il rischio di danno epatico se assunta insieme al paracetamolo.

È stato inoltre osservato un possibile effetto inibitorio sul metabolismo di sostanze come il midazolam e la caffeina.

La consapevolezza di questi rischi evidenzia come l’assunzione di questa pianta non sia indicata per tutti, delineando categorie specifiche di individui per cui è controindicata.

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Quando l’echinacea è controindicata: i casi specifici

In virtù delle sue proprietà immunostimolanti e delle interazioni farmacologiche descritte, esistono scenari precisi in cui l’impiego dell’echinacea è formalmente sconsigliato o richiede massima prudenza. La controindicazione più immediata è l’ipersensibilità nota o l’allergia a uno dei suoi componenti o ad altre piante appartenenti alle Asteraceae.

Data la sua azione sul sistema immunitario, questa pianta è generalmente da evitare in presenza di malattie autoimmuni (es. artrite reumatoide, sclerosi multipla, lupus eritematoso sistemico) o in condizioni come leucemie o infezione da HIV.

Stimolare ulteriormente un sistema immunitario sregolato potrebbe infatti esacerbare la patologia o contrastare le terapie specifiche. Di conseguenza, anche chi assume farmaci immunosoppressori, ad esempio dopo un trapianto d’organo, dovrebbe astenersi dall’uso. Per motivi precauzionali, l’assunzione è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento, non essendoci studi sufficienti a garantirne la sicurezza in queste fasi.

Persone con problematiche epatiche note dovrebbero discuterne l’uso con il medico, visto il potenziale rischio di epatotossicità legato a dosi eccessive o uso cronico.

Anche se meno documentate, alcune fonti suggeriscono cautela in caso di ipertiroidismo o ipertensione arteriosa. L’impiego pediatrico è anch’esso dibattuto, con alcune raccomandazioni che ne sconsigliano l’uso prolungato nei bambini.

In conclusione, è fortemente consigliato consultare il proprio medico curante prima di assumere echinacea, soprattutto in caso di dubbi, condizioni mediche croniche o assunzione concomitante di altri farmaci.


Echinacea e controindicazioni: domande frequenti

L’echinacea può essere presa da tutti per prevenire il raffreddore?

Nonostante sia popolare per i malanni stagionali, l’efficacia dell’echinacea nella prevenzione del raffreddore non è universalmente confermata da studi scientifici rigorosi; alcuni suggeriscono possa ridurre la durata o la severità dei sintomi se presa all’esordio. Tuttavia, non è un rimedio adatto a tutti. È controindicata in persone con allergie alle Asteraceae, malattie autoimmuni (come artrite reumatoide, sclerosi multipla) o che assumono farmaci immunosoppressori. Anche in gravidanza e allattamento è meglio evitarla. Prima di usarla per prevenzione, è sempre consigliabile consultare un medico, specialmente in presenza di condizioni mediche preesistenti.

Quali sono i principali rischi associati all’uso prolungato di echinacea?

L’uso prolungato di echinacea, generalmente definito come oltre le 8 settimane consecutive, è sconsigliato da diversi studi. Uno dei rischi principali è la potenziale perdita di efficacia; il sistema immunitario potrebbe smettere di rispondere alla stimolazione continua. Inoltre, un uso esteso potrebbe aumentare il rischio di effetti collaterali, come reazioni allergiche o disturbi gastrointestinali. Alcune evidenze, sebbene limitate, suggeriscono un possibile affaticamento del fegato (epatotossicità) con dosi elevate e uso cronico. Per questi motivi, si raccomanda di utilizzare l’echinacea per cicli brevi, ad esempio durante i periodi di maggiore esposizione ai malanni stagionali, e non come trattamento continuativo.

L’echinacea interagisce con farmaci comuni come il paracetamolo?

Sì, l’echinacea può interagire con alcuni farmaci comuni, incluso il paracetamolo (acetaminofene). L’assunzione concomitante potrebbe aumentare il rischio di tossicità a livello epatico, poiché entrambi possono avere un impatto sul fegato. Oltre al paracetamolo, l’echinacea interagisce significativamente con farmaci immunosoppressori (come ciclosporina, tacrolimus), potendo contrastarne l’effetto, e con i corticosteroidi. Può anche influenzare il metabolismo di altri farmaci, come alcuni antivirali, sedativi (midazolam) e persino la caffeina, rallentandone l’eliminazione. È cruciale informare il proprio medico o farmacista se si assume echinacea e si stanno seguendo altre terapie farmacologiche.

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