Echinacea ed effetti sull’intestino: quali sono e cosa sapere

Echinacea effetti sull'intestino | Agocap
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In questo articolo parliamo di…

  • L’echinacea è primariamente celebre per le sue proprietà immunostimolanti, supportando le difese dell’organismo contro raffreddori e infezioni stagionali. Tuttavia, i suoi composti attivi, come polisaccaridi e alchilamidi, possiedono anche azioni antinfiammatorie e antimicrobiche che potrebbero avere ripercussioni indirette sul sistema digestivo e sulla flora batterica intestinale, sebbene questo non sia il suo campo d’azione principale.
  • Nonostante i benefici generali, l’assunzione di echinacea può occasionalmente causare effetti collaterali a livello gastrointestinale, come disturbi di stomaco o nausea, in individui sensibili. È fondamentale essere consapevoli di questa possibilità e valutare la propria tolleranza individuale, soprattutto se si soffre già di problematiche digestive preesistenti.
  • Prima di integrare l’echinacea nella propria routine, specialmente se si cerca un beneficio intestinale o se si soffre di condizioni specifiche (come malattie autoimmuni o problemi epatici), è importante consultare un medico. Esistono controindicazioni e potenziali interazioni farmacologiche (ad esempio con immunosoppressori) da non sottovalutare per un uso sicuro ed efficace.

La pianta è conosciuta per le sue proprietà immunostimolanti, ma l’interesse verso il suo impatto sul microbiota nasce da alcuni composti bioattivi in grado di influenzare l’equilibrio batterico intestinale

L’echinacea è una pianta che evoca immediatamente immagini di benessere e difesa naturale, un rimedio erboristico tramandato da secoli e particolarmente diffuso tra i nativi nordamericani. Ma cosa sappiamo realmente dei suoi effetti, in particolare quando spostiamo lo sguardo dal sistema immunitario al complesso mondo del nostro intestino?

Sebbene la sua fama sia legata al rafforzamento delle difese, vale la pena indagare se e come questa pianta possa interagire con il nostro apparato digerente.

Lo scopriamo nel corso di questo articolo!

Leggi anche: Come aumentare le difese immunitarie in vista dell’inverno con un integratore echinacea

L’echinacea: non solo un alleato per il sistema immunitario

Quando parliamo di echinacea, ci riferiamo principalmente a tre specie botaniche: Echinacea purpurea, Echinacea angustifolia ed Echinacea pallida. Queste piante, appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, sono un vero concentrato di molecole bioattive.

Tra i costituenti chimici più rilevanti troviamo flavonoidi, derivati dell’acido caffeico come l’acido cicorico e l’echinacoside, polisaccaridi e glicoproteine ad attività immunostimolante, e alchilamidi, responsabili in parte delle proprietà antinfiammatorie.

È proprio grazie a questo ricco fitocomplesso che l’echinacea è rinomata per la sua capacità di modulare la risposta immunitaria, aiutando l’organismo a fronteggiare agenti patogeni come virus e batteri, e a mitigare processi infiammatori. Si utilizza prevalentemente per prevenire e alleviare i sintomi delle malattie da raffreddamento.

Ma i suoi benefici possono estendersi anche ad altre parti del nostro organismo, come l’intestino?

Lo scopriamo nel prossimo paragrafo, continua a leggere dopo la foto!

I bellissimi fiori di echinacea | Agocap

Azione antimicrobica e potenziale impatto sulla flora intestinale

L’intestino ospita un ecosistema complesso e vitale: il microbiota intestinale, composto da miliardi di batteri, funghi e virus che convivono in un equilibrio dinamico. Le proprietà antibatteriche e antivirali attribuite all’echinacea, dovute in parte ai derivati dell’acido caffeico e alle alchilamidi, potrebbero teoricamente influenzare questo ambiente.

Da un lato, si può ipotizzare un effetto benefico nel contrastare la crescita di microrganismi potenzialmente dannosi. Alcune tradizioni, come quella dei Nativi Americani, riportano l’uso dell’echinacea anche per disturbi addominali, sebbene manchino conferme scientifiche moderne specifiche per l’intestino.

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Dalle ricerche svolte finora l’echinacea sembra interagire con i batteri del nostro intestino, ma gli effetti possono essere complessi e dipendere forse dal tipo di echinacea o dal componente specifico considerato. Alcune ricerche suggeriscono effetti potenzialmente positivi (specialmente da parte del componente EPP nel contesto dell’infiammazione intestinale e nel nutrire batteri buoni), mentre altre invitano alla cautela e a ulteriori studi per capire l’impatto di certi cambiamenti sulla flora intestinale generale.

È importante sottolineare che la ricerca scientifica sull’echinacea si è concentrata in modo preponderante sul suo impatto sul sistema immunitario e sulle infezioni respiratorie. Gli studi diretti sugli effetti specifici dell’echinacea sul microbiota intestinale umano sono ancora limitati e non forniscono un quadro chiaro.

Pertanto, mentre possiamo speculare su un potenziale impatto basato sulle sue proprietà generali, non ci sono prove solide per affermare che l’echinacea promuova attivamente la salute intestinale o riequilibri la flora come fanno, ad esempio, i probiotici.

Effetti dell'echinacea sull'apparato digerente e sull'intestino | Agocap

Effetti collaterali gastrointestinali: un aspetto da considerare

Sebbene l’echinacea sia generalmente considerata ben tollerata dalla maggior parte delle persone quando assunta nelle dosi consigliate, non è esente da possibili effetti indesiderati, e il tratto gastrointestinale sembra essere uno degli apparati occasionalmente coinvolti.

Alcuni individui possono sperimentare disturbi lievi come nausea, mal di stomaco o sensazione di pienezza dopo aver assunto preparati a base di echinacea. Più raramente, sono stati segnalati casi di vomito o diarrea.

La causa esatta di questi effetti non è sempre chiara, ma potrebbe essere legata alla stimolazione diretta della mucosa gastrica da parte di alcuni composti attivi della pianta, o semplicemente a una sensibilità individuale.

È interessante notare che questi sintomi sono solitamente transitori e tendono a risolversi spontaneamente sospendendo l’assunzione o riducendo il dosaggio. Tuttavia, la loro potenziale comparsa sottolinea l’importanza di iniziare con dosi basse per testare la propria tolleranza e di essere consapevoli di come il proprio corpo reagisce.

Questa attenzione diventa ancora più cruciale quando si considerano le situazioni in cui l’uso dell’echinacea richiede particolare prudenza o dovrebbe essere evitato del tutto.

Leggi anche: Le difese immunitarie possono trarre beneficio dall’echinacea?

Precauzioni e interazioni: cosa sapere prima dell’assunzione

Prima di decidere di assumere l’echinacea, è fondamentale considerare alcune importanti precauzioni e potenziali controindicazioni. Innanzitutto, l’ipersensibilità o l’allergia accertata verso l’echinacea o altre piante della famiglia delle Asteraceae (come camomilla, calendula, ambrosia) ne preclude l’uso.

Data la sua azione immunostimolante, l’echinacea è generalmente controindicata in persone con malattie autoimmuni (come artrite reumatoide, lupus, sclerosi multipla, o malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Crohn) poiché potrebbe teoricamente esacerbare la condizione.

Anche chi soffre di gravi patologie epatiche dovrebbe usarla con cautela o evitarla, specialmente in caso di uso prolungato o a dosi elevate, per un potenziale rischio di epatotossicità segnalato in letteratura.

L’uso in gravidanza e durante l’allattamento è solitamente sconsigliato a scopo precauzionale, mancando dati sufficienti sulla sicurezza.

Bisogna inoltre prestare attenzione alle possibili interazioni farmacologiche: l’echinacea può interferire con farmaci immunosoppressori (riducendone l’efficacia), aumentare il rischio di tossicità epatica se assunta con paracetamolo, alterare il metabolismo di alcuni farmaci (come il midazolam) e potenzialmente interagire con corticosteroidi e caffeina. Per tutte queste ragioni, consultare il proprio medico o farmacista prima di iniziare ad assumere echinacea è un passo imprescindibile, soprattutto se si hanno condizioni mediche preesistenti o si stanno assumendo altri farmaci.


Echinacea ed effetti sull’intestino: domande frequenti

L’echinacea può essere considerata un probiotico o aiutare direttamente la salute intestinale come i fermenti lattici?

No, l’echinacea non agisce come un probiotico, ovvero non apporta direttamente batteri benefici all’intestino come fanno i fermenti lattici. I suoi potenziali effetti sul sistema digestivo sono considerati indiretti e secondari rispetto alla sua azione principale sul sistema immunitario. Le sue proprietà antimicrobiche potrebbero teoricamente influenzare la composizione della flora intestinale esistente, combattendo alcuni patogeni, ma potrebbero anche alterare batteri utili. Inoltre, le sue proprietà antinfiammatorie potrebbero avere un riflesso positivo sull’ambiente intestinale. Tuttavia, non è un trattamento specifico per riequilibrare il microbiota o per problematiche intestinali mirate.

È comune sperimentare mal di stomaco o diarrea assumendo integratori di echinacea?

Sperimentare disturbi gastrointestinali come mal di stomaco, nausea o, meno frequentemente, diarrea, è un effetto collaterale possibile ma non estremamente comune associato all’assunzione di echinacea. La frequenza e l’intensità di questi sintomi dipendono molto dalla sensibilità individuale, dal tipo di estratto utilizzato, dal dosaggio e dalla durata dell’assunzione. Nella maggior parte dei casi, qualora si manifestino, tali effetti sono lievi e tendono a scomparire interrompendo l’integrazione. Non è quindi un effetto atteso per tutti, ma una reazione avversa da tenere in considerazione, specialmente in persone con stomaco o intestino sensibile.

Chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) come il Crohn può usare l’echinacea?

L’utilizzo dell’echinacea in persone con diagnosi di Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) o Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa, richiede molta cautela ed è fortemente raccomandato discuterne preventivamente con il proprio medico curante o specialista. Nelle MICI, dato il coinvolgimento del sistema immunitario (spesso iperattivo), l’effetto immunostimolante dell’echinacea potrebbe essere controproducente. Per quanto riguarda l’IBS, considerando la possibile comparsa di effetti collaterali gastrointestinali (nausea, disturbi addominali), l’echinacea potrebbe peggiorare i sintomi in alcuni pazienti. La decisione andrebbe valutata caso per caso, insieme al medico.

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