Colesterolo e riso rosso: un legame da scoprire per la tua salute

Colesterolo riso rosso | Agocap
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In questo articolo parliamo di…

  • Il riso rosso fermentato, grazie al suo principio attivo monacolina K, si è dimostrato capace di contribuire alla riduzione dei livelli di colesterolo LDL, noto come “cattivo”. La sua efficacia si manifesta principalmente in contesti di ipercolesterolemia lieve e in individui con un basso profilo di rischio cardiovascolare, perciò non deve essere considerato un sostituto dei farmaci convenzionali nei casi più seri o nella prevenzione secondaria dopo eventi cardiaci.
  • L’utilizzo del riso rosso fermentato necessita di un approccio cauto e idealmente sotto la supervisione di un medico, analogamente a quanto avviene per le statine farmacologiche. Infatti, è importante valutare attentamente anche i potenziali effetti collaterali e le possibili interazioni con altri farmaci.
  • Nonostante la capacità del riso rosso fermentato di abbassare i livelli di colesterolo sia documentata, le prove scientifiche relative alla sua capacità di ridurre in modo diretto e significativo il rischio di eventi cardiovascolari maggiori, come l’infarto, sono ancora limitate e richiedono ulteriori conferme.

La sua efficacia si concentra nei soggetti a basso rischio cardiovascolare e con ipercolesterolemia lieve, mentre l’uso in contesti clinici più complessi richiede cautela e supervisione medica

I ritmi frenetici della vita moderna spingono spesso verso scelte alimentari poco oculate, privilegiando cibi pronti all’uso ma ricchi di grassi saturi. Questa tendenza è uno ei motivi che contribuiscono all’aumento del colesterolo ematico, incrementando il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.

Negli ultimi anni, il riso rosso fermentato si è affacciato con crescente interesse nel panorama delle strategie per la prevenzione cardiovascolare.

Questo prodotto naturale viene spesso citato e utilizzato come coadiuvante per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue, noti per essere un importante fattore di rischio per la salute cardiovascolare.

Tuttavia, è fondamentale approcciarsi a questa sostanza con cognizione di causa, comprendendone a fondo le proprietà, i benefici reali e i potenziali limiti.

Quali sono dunque le reali implicazioni per il benessere individuale?

Leggi anche: Riso rosso fermentato per abbassare il colesterolo

Cos’è il riso rosso fermentato e come agisce?

Il riso rosso fermentato, noto anche come “red yeast rice”, non è un semplice cereale colorato che si trova comunemente sugli scaffali dei supermercati per uso culinario. Si tratta, infatti, del risultato di un processo di fermentazione del comune riso da cucina (Oryza sativa) ad opera di un particolare lievito, il Monascus purpureus.

Durante questo processo, che tradizionalmente dura alcuni giorni, il riso cotto a vapore viene inoculato con il fungo, il quale, crescendo, conferisce al riso la sua caratteristica colorazione rossa e, soprattutto, lo arricchisce di un complesso di sostanze bioattive.

Tra queste, la più nota e studiata è la monacolina K. La particolarità della monacolina K risiede nella sua struttura chimica, che è sorprendentemente simile a quella della lovastatina, un farmaco di sintesi appartenente alla classe delle statine, ampiamente utilizzate per il trattamento dell’ipercolesterolemia.

Di conseguenza, il meccanismo d’azione del riso rosso fermentato è analogo a quello delle statine: la monacolina K agisce inibendo l’enzima HMG-CoA reduttasi, localizzato principalmente nel fegato.

Questo enzima riveste un ruolo chiave nella via metabolica che porta alla sintesi endogena del colesterolo. Bloccandone l’attività, si ottiene una riduzione della produzione di colesterolo da parte dell’organismo.

È fondamentale, quindi, distinguere il riso rosso fermentato, con le sue proprietà ipocolesterolemizzanti, da quello alimentare che, pur essendo un cereale integrale e salutare, è privo della monacolina K derivata dalla fermentazione e non possiede quindi un ruolo diretto nella diminuzione del colesterolo.

Ma quali benefici reali può apportare il riso rosso fermentato nel complesso quadro della gestione del colesterolo?

Differenza tra riso rosso e riso rosso fermentato | Agocap

Riso rosso e colesterolo: quando è realmente efficace?

L’efficacia del riso rosso fermentato nel ridurre i livelli di colesterolo LDL, comunemente definito “cattivo”, è supportata da diverse evidenze scientifiche. Studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di integratori alimentari contenenti monacolina K può portare a una diminuzione significativa del colesterolo totale e del colesterolo LDL, con percentuali di riduzione che possono arrivare fino al 20-25% in determinati contesti.

Uno studio condotto da Maaike Gerards dello Slotervaart Hospital di Amsterdam, ad esempio, pubblicato sulla rivista Atherosclerosis, ha esaminato oltre 6.600 pazienti con ipercolesterolemia e intolleranti alle statine, riscontrando una riduzione media del colesterolo di poco più di 39 mg/dl durante periodi variabili di assunzione di riso rosso fermentato.

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Tuttavia, è importante sottolineare che livelli di riduzione simili si possono ottenere anche con dosi minime di statine farmacologiche, spesso in tempi più brevi.

L’indicazione principale per l’utilizzo del riso rosso fermentato riguarda soggetti giovani (generalmente under 40), con valori di colesterolo lievemente elevati, un rischio cardiovascolare complessivo basso o moderato, e che adottano uno stile di vita sano, caratterizzato da attività fisica regolare e assenza di fumo.

Può rappresentare un’opzione anche per coloro che mostrano intolleranza alle statine o una certa reticenza verso l’uso di farmaci, preferendo approcci percepiti come più naturali.

Al contrario, il riso rosso fermentato non può essere considerato un sostituto dei farmaci nei pazienti con un rischio cardiovascolare elevato, come i diabetici, le persone con insufficienza renale, gli ipertesi, o coloro che hanno già avuto un evento cardiaco (prevenzione secondaria) o presentano forme di ipercolesterolemia familiare o placche arteriose significative.

In questi scenari, le terapie farmacologiche validate rimangono il cardine del trattamento.

Sebbene l’efficacia nel ridurre il colesterolo sia documentata in certi contesti, sorgono dubbi e interrogativi sulla sua capacità di prevenire in modo altrettanto robusto eventi cardiovascolari maggiori, come l’infarto.

Integratore alimentare al riso rosso fermentato | Agocap

Riduce il rischio di infarto? Le evidenze scientifiche a confronto

La questione se la riduzione del colesterolo ottenuta tramite il riso rosso fermentato si traduca automaticamente e inequivocabilmente in una diminuzione del rischio di infarto è complessa e oggetto di dibattito nella comunità scientifica.

È indubbio che il riso rosso fermentato contenga monacolina K, una sostanza chimicamente molto simile alla lovastatina, e ci sono prove scientifiche chiare che questo alimento, o meglio, l’integratore da esso derivato, riduca i livelli di colesterolo.

Tuttavia, affermare con certezza che riduca il rischio di infarto con la stessa efficacia delle statine farmacologiche è un passo che richiede maggiore cautela.

Uno studio cinese di rilievo, il China Coronary Secondary Prevention Study, pubblicato sull’American Journal of Cardiology, ha documentato una riduzione significativa del rischio di infarto (dal 10,4% al 5,7%) in pazienti che assumevano un estratto di riso rosso fermentato, senza effetti collaterali importanti. Questo studio è spesso citato a sostegno dei benefici cardiovascolari del riso rosso.

D’altro canto, enti regolatori come la Food and Drug Administration (FDA) americana hanno più volte sottolineato come questo sia, di fatto, uno studio isolato in termini di portata e metodologia specifica su quel particolare estratto, e che quindi, prima di considerare il riso rosso fermentato un’alternativa sicura ed efficace alle statine per la prevenzione degli infarti, soprattutto in pazienti cardiopatici o ad alto rischio, sia necessaria molta prudenza e ulteriori conferme da studi clinici randomizzati e su larga scala.

La FDA, infatti, non ha mai raccomandato ufficialmente il riso rosso fermentato per la terapia degli ipercolesterolemici, specialmente se già affetti da patologie cardiache.

Quindi, se da un lato è corretto dire che il riso rosso fermentato può abbassare il colesterolo, non è altrettanto automatico e universalmente accettato che ciò si traduca in una riduzione del rischio di infarto paragonabile a quella ottenuta con le statine.

Quindi, riassumendo, quali sono i pro e i contro?

Leggi anche: Monacolina K cos’è ed effetti collaterali

Uso consapevole e precauzioni: cosa sapere prima di assumerlo

L’approccio al riso rosso fermentato deve essere improntato alla massima consapevolezza, poiché, pur essendo classificato come nutraceutico e acquistabile senza prescrizione medica in farmacia o al supermercato, la sua azione è paragonabile a quella di una statina a basso dosaggio.

Di conseguenza, la sua assunzione non dovrebbe mai essere intrapresa alla leggera o come un semplice “rimedio naturale” privo di implicazioni.

La supervisione medica è fortemente consigliata, se non indispensabile, per valutare l’effettiva necessità, il dosaggio corretto e per monitorare eventuali effetti collaterali, che possono essere simili a quelli delle statine.

Tra questi, i più comuni riguardano disturbi gastrointestinali, ma possono verificarsi anche problemi a carico del fegato e dei muscoli, come mialgia (dolore muscolare) e, in rari casi, rabdomiolisi (un danno muscolare più grave).

È altresì fondamentale considerare le possibili interazioni farmacologiche: il riso rosso fermentato può interferire con l’azione di ciclosporine, gemfibrozil e altri farmaci metabolizzati dal sistema enzimatico del citocromo P450 3A4.

L’assunzione concomitante con statine farmacologiche può aumentare il rischio di effetti avversi, così come l’associazione con niacina può incrementare il rischio di problemi muscolari.

Un altro aspetto da rilevare riguarda la potenziale presenza di citrinina, una micotossina prodotta dal Monascus purpureus durante il processo di fermentazione, che può avere effetti nefrotossici (dannosi per i reni). Per questo motivo, è essenziale scegliere prodotti di alta qualità, preferibilmente da industrie farmaceutiche o aziende con una solida reputazione nel mercato dei nutraceutici, che garantiscano adeguati processi di purificazione e controllo, come Agocap.

Esistono, inoltre, specifiche controindicazioni: il riso rosso fermentato non dovrebbe essere consumato da donne in gravidanza o allattamento, da soggetti di età inferiore ai 18 anni o superiore ai 70 anni (secondo le più recenti regolamentazioni europee), da persone con problemi epatici preesistenti o da chi fa un uso elevato di alcolici.

Recentemente, le normative europee hanno anche rivisto il limite massimo di monacolina K consentito negli integratori, riducendolo a meno di 3 mg per dose giornaliera, con l’obiettivo di minimizzare i rischi.

Pertanto, un monitoraggio attento, sia della riduzione del colesterolo sia dei possibili effetti collaterali, è indicato esattamente come per le statine, rendendo il dialogo con il proprio medico un fattore fondamentale per un uso sicuro ed efficace.


Colesterolo e riso rosso: domande frequenti

Il riso rosso fermentato può sostituire completamente le statine prescritte dal medico?

Il riso rosso fermentato può essere considerato in casi di ipercolesterolemia lieve e in soggetti a basso rischio cardiovascolare, spesso come primo approccio o per chi ha intolleranze lievi alle statine. Tuttavia, per pazienti ad alto rischio, con malattie cardiovascolari pregresse o forme severe di ipercolesterolemia, le statine rimangono il trattamento farmacologico di riferimento, data la loro comprovata efficacia nel ridurre eventi cardiovascolari.

Quali sono i principali rischi associati all’assunzione di integratori di riso rosso fermentato?

I rischi principali sono sovrapponibili a quelli delle statine farmacologiche e comprendono disturbi gastrointestinali come bruciore di stomaco o flatulenza, dolori muscolari (mialgia), vertigini e, sebbene più raramente, potenziali danni epatici (epatotossicità) o una condizione muscolare più seria chiamata rabdomiolisi. Esiste anche il rischio concreto di interazioni con altri farmaci, che potrebbero potenziarne gli effetti o ridurne l’efficacia.

Come si sceglie un integratore di riso rosso fermentato sicuro e di qualità?

Per selezionare un integratore di riso rosso fermentato che sia sicuro ed efficace, è consigliabile orientarsi verso prodotti commercializzati da aziende farmaceutiche note o da marchi con una consolidata reputazione nel settore dei nutraceutici, come Agocap. È importante verificare che l’etichetta riporti chiaramente il contenuto di monacolina K (che, secondo le nuove normative europee, deve essere inferiore a 3 mg per dose giornaliera) e che il prodotto sia conforme alle normative vigenti nel proprio paese. Chiedere consiglio al proprio farmacista o medico curante può fornire ulteriori garanzie e aiutare a fare una scelta informata.

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