Vitamina E: dove si trova e come integrarla nella dieta quotidiana

Vitamina e dove si trova | Agocap
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In questo articolo parliamo di…

  • La vitamina E è un insieme di otto composti liposolubili, tra cui l’alfa-tocoferolo è il più attivo biologicamente. Oltre al suo ruolo noto come antiossidante, protegge le membrane cellulari e favorisce il rinnovamento cellulare. È sensibile al calore e alla luce, quindi per conservarne l’efficacia è importante evitare cotture prolungate e conservazioni scorrette.
  • Gli alimenti vegetali oleosi sono le fonti migliori di vitamina E: oli come quello di germe di grano, di girasole e di nocciola, ma anche mandorle, nocciole, semi, spinaci e avocado. Una dieta varia e bilanciata permette di soddisfare il fabbisogno quotidiano senza dover ricorrere agli integratori, se non in casi specifici.
  • Per preservare al meglio la vitamina E durante la preparazione dei cibi, è preferibile utilizzare metodi di cottura delicati come la cottura al vapore o brevi saltature. L’uso a crudo di oli vegetali e il consumo di frutta secca e semi non trattati termicamente sono strategie ideali per beneficiare appieno delle sue proprietà nutrizionali.

Una combinazione di alimenti vegetali ricchi e una corretta preparazione dei cibi permette di soddisfare il fabbisogno giornaliero

La vitamina E è un complesso di otto composti liposolubili, suddivisi in due famiglie: i tocoferoli e i tocotrienoli.

Tra questi, l’alfa-tocoferolo è riconosciuto come la forma biologicamente più attiva e, per questo, spesso il termine “tocoferolo” viene utilizzato come sinonimo di vitamina E.

Essendo liposolubile, questa vitamina necessita della presenza di grassi per essere assorbita a livello intestinale e viene poi immagazzinata principalmente nel fegato e nei tessuti adiposi, da cui l’organismo attinge gradualmente.

È importante notare che la vitamina E è sensibile al calore e alla luce, fattori che possono causarne la degradazione, influenzando il suo contenuto negli alimenti a seguito della cottura o della conservazione.

Questa sua caratteristica fondamentale la rende indispensabile, ma pone anche l’accento sulla necessità di comprendere come preservarla e integrarla al meglio, aprendo la strada alla discussione sui suoi molteplici benefici per la salute.

Leggi anche: A cosa serve la vitamina E e come aiuta il nostro organismo

Benefici della vitamina E: antiossidante naturale e alleata di cuore, pelle e sistema immunitario

La sua funzione più conosciuta risiede senz’altro nelle sue proprietà antiossidanti.

Grazie alla sua capacità di neutralizzare i radicali liberi, questa vitamina protegge in maniera efficace le membrane cellulari dal danno ossidativo, un processo implicato nell’invecchiamento e in diverse patologie.

L’azione protettiva della vitamina E, tuttavia, si estende a una serie di processi biologici vitali che ne sottolineano l’importanza.

La vitamina E, infatti, può modulare l’attività di enzimi coinvolti nella coagulazione, come la cicloossigenasi, contribuendo a ridurre l’aggregazione piastrinica.

Quanto invece al contributo di questo micronutriente alla salute cardiovascolare, attraverso la riduzione dell’aggregazione piastrinica e l’aumento del colesterolo HDL (cosiddetto “buono”), è stato sì osservato in alcuni studi, ma le evidenze non sono ancora conclusive.

Anche per quanto riguarda la prevenzione del cancro e delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, le ricerche attuali non forniscono prove definitive dell’efficacia della supplementazione di vitamina E.

In sintesi, la vitamina E svolge un ruolo fondamentale nella protezione cellulare e nel supporto del sistema immunitario, e l’assunzione attraverso una dieta equilibrata è generalmente sufficiente per soddisfare il fabbisogno quotidiano.

Ma quali sono le sue principali fonti naturali, per poterla integrare efficacemente nella propria alimentazione quotidiana?

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Dove si trova la vitamina E: alimenti ricchi e fonti vegetali principali

Fortunatamente, la vitamina E è un nutriente ampiamente diffuso nel regno vegetale, il che rende possibile coprirne il fabbisogno attraverso una dieta varia ed equilibrata. Gli alimenti che ne contengono quantità particolarmente significative sono soprattutto quelli di natura oleosa.

Tra questi spiccano gli oli vegetali: l’olio di germe di grano è in assoluto uno dei più ricchi, con circa 150 mg per 100 g, seguito da oli come quello di girasole (circa 41 mg/100g), di nocciola (circa 47 mg/100g), di mandorla (circa 39 mg/100g) e di colza (circa 44 mg/100g). Anche l’olio di oliva, cardine della dieta mediterranea, ne fornisce un apporto significativo (circa 14 mg/100g).

Oltre agli oli, la frutta secca è un’altra eccellente fonte: mandorle (circa 24 mg/100g), nocciole (circa 15 mg/100g) e pinoli (circa 9 mg/100g) sono ottime scelte.

I semi, come quelli di grano e di girasole, sono ugualmente preziosi.

Non bisogna dimenticare i cereali integrali e le verdure a foglia verde, come gli spinaci (circa 2 mg/100g crudi) e i broccoli (circa 1.4 mg/100g), che contribuiscono all’apporto totale.

Anche alcuni frutti freschi, come l’avocado e il mango, contengono vitamina E.

È importante sottolineare che i valori di contenuto di vitamina E possono variare in base a diversi fattori, tra cui la varietà dell’alimento, le condizioni di coltivazione e i metodi di lavorazione. Ad esempio, l’olio di germe di grano è tra i più ricchi, ma la sua disponibilità e uso nella dieta quotidiana possono essere limitati.

Conoscere queste fonti è il primo passo, ma è altrettanto fondamentale capire quale sia il fabbisogno giornaliero e quali possano essere le conseguenze di un apporto inadeguato o eccessivo.

Come cucinare gli alimenti per non perdere la vitamina E

La vitamina E è un nutriente sensibile al calore e alla luce, il che significa che i processi di cottura possono influenzarne il contenuto negli alimenti.

L’esposizione a temperature elevate e per periodi prolungati, come nella frittura o nella cottura al forno molto lunga, può portare a una degradazione parziale della vitamina.

Anche l’esposizione alla luce durante la conservazione degli oli, per esempio, può ridurne la quantità.

Per preservare al meglio la vitamina E, è consigliabile preferire metodi di cottura più delicati e brevi, come la cottura al vapore o una leggera saltatura.

Inoltre, consumare alimenti ricchi di vitamina E anche allo stato crudo, come nel caso della frutta secca, dei semi, o utilizzando oli vegetali (come l’olio extravergine d’oliva o l’olio di germe di grano) a crudo come condimento, rappresenta una strategia efficace per massimizzarne l’assunzione e beneficiare appieno delle sue proprietà.

Una volta identificate le principali fonti alimentari di vitamina E e come cucinare i cibi che la contengono per non comprometterne l’apporto, scopriamo qual è la quantità ottimale da assumere quotidianamente.

Esempi di cibi ricchi di vitamina e | Agocap

Quanta vitamina E serve al giorno: il fabbisogno quotidiano secondo le linee guida

Determinare il fabbisogno giornaliero di vitamina E è essenziale per mantenere un buono stato di salute.

Le raccomandazioni possono variare leggermente a seconda delle diverse autorità sanitarie, ma generalmente si attestano tra gli 8 e i 15 mg di alfa-tocoferolo al giorno per un adulto.

Ad esempio, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) indica un PRI (Population Reference Intake) di 11 mg/die per le donne e 13 mg/die per gli uomini sopra i 10 anni, mentre negli Stati Uniti la RDA (Recommended Dietary Allowance) è di 15 mg/die per entrambi i sessi dai 14 anni in su.

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Carenza ed eccesso di vitamina E: sintomi, rischi e come mantenere un’assunzione equilibrata

Una carenza di vitamina E è un evento piuttosto raro nelle popolazioni che seguono una dieta varia.

Per questo motivo essa viene più comunemente associata a condizioni di malnutrizione severa, a sindromi da malassorbimento dei grassi (poiché la vitamina E è liposolubile) o a rari difetti genetici che interferiscono con il trasporto o il metabolismo della vitamina, come l’atassia da carenza di vitamina E (AVED).

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D’altro canto, anche un eccesso di vitamina E, sebbene infrequente e generalmente causato da un uso improprio di integratori ad alte dosi, può comportare dei rischi.

Tra questi, l’innalzamento della pressione sanguigna, che può essere pericoloso per chi soffre già di ipertensione.

Inoltre, dosi eccessive possono interferire con l’attività degli ormoni tiroidei, aumentare il rischio di sanguinamento (specialmente se assunta con farmaci anticoagulanti come warfarin o aspirina), e causare stanchezza diffusa, disturbi digestivi, nausea e vomito.

Può anche interagire con farmaci come tamoxifene e ciclosporina A.

Pertanto, un approccio equilibrato, basato principalmente sull’alimentazione, è la strategia migliore, ricorrendo all’integrazione solo sotto consiglio medico.


Dove si trova la vitamina E: domande frequenti

Qual è la differenza principale tra tocoferoli e tocotrienoli?

I tocoferoli e i tocotrienoli sono le due principali famiglie che compongono la vitamina E. Entrambi includono forme alfa, beta, gamma e delta. La differenza strutturale più importante è che i tocoferoli hanno una catena laterale satura, mentre i tocotrienoli ne hanno una insatura. Questa differenza influisce sulla loro distribuzione nelle membrane cellulari. L’alfa-tocoferolo è la forma più attiva e stabile nel corpo umano, ma studi recenti indicano che anche i tocotrienoli hanno proprietà antiossidanti e neuroprotettive rilevanti, soprattutto per la loro capacità di penetrare più efficacemente nelle membrane cellulari.

Quali alimenti sono particolarmente ricchi di vitamina E?

Gli alimenti vegetali oleosi sono tra le migliori fonti naturali di vitamina E. L’olio di germe di grano è il più ricco, seguito da quelli di girasole, nocciola, mandorla e colza. Anche la frutta secca come mandorle e nocciole, i semi di girasole, i cereali integrali, gli spinaci e l’avocado sono buone fonti. Una dieta variata che include questi alimenti permette di coprire il fabbisogno quotidiano senza bisogno di integratori, salvo casi specifici indicati dal medico.

Come si può evitare la perdita di vitamina E durante la cottura?

La vitamina E è sensibile al calore e alla luce, quindi può degradarsi facilmente durante la preparazione e conservazione degli alimenti. Per conservarla al meglio, è consigliabile usare metodi di cottura delicati come la cottura al vapore o una breve saltatura. È anche utile consumare oli vegetali a crudo e preferire frutta secca o semi non tostati. Inoltre, conservare gli oli in contenitori scuri e lontano da fonti di calore aiuta a mantenere stabile il contenuto vitaminico.

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